Vallevecchia – 21 maggio 2018

Vallevecchia: un sapiente connubio fra rinaturalizzazione di ampie zone retrodunali e attività agricole sperimentali a bassissimo impatto ambientale. Il Dott. Furlan ci ha spiegato come è stato possibile da un lato proteggere dall’urbanizzazione il tratto di costa con il suo sistema di dune ancora ben preservate fra l’arenile e la pineta retrostante, un vero miracolo, e dall’altro ricostituire diversi biotopi come aree umide, prati, boschetti planiziali con presenza di una ricca biodiversità; un sistema di pompe controllate da centraline ad alta tecnologia permette di mantenere l’equilibrio idrico e salino indispensabile per questi ambienti fragilissimi. Degli 800 ettari solo poco meno di metà sono destinati alla sperimentazione di colture agricole affiancando alla coltura tradizionale quelle a basso o nullo uso di fitofarmaci e concimi chimici, microdiserbo ad alta precisione e controllo biologico degli insetti nocivi; abbiamo potuto vedere con i nostri occhi che le spighe di frumento delle colture innovative non avevano grosse differenze rispetto a quelle tradizionali e la piccola riduzione della resa del raccolto viene compensata ampiamente dal minor costo sostenuto per i fertilizzanti. Un ottimo esempio sicuramente da esportare.